L’impatto del Covid sulle opere d’arte

Simone Beneforti

Rappresento la terza generazione di una famiglia di artigiani fiorentini che da 60 anni ininterrottamente
si occupa di restauro e conservazione di mobili d
arte.

La mia committenza oltre che pubblica è anche privata, in linea con la “tradizione” della “bottega” fa-
miliare, collaboro con Istituti di ricerca Universitari e laboratori privati per la diagnostica e coniugo l
atti-
vità di restauratore con quella di docente di restauro presso il Centro Europeo del Restauro di Firenze.

Da due anni e mezzo faccio parte della presidenza nazionale dellunione dellartigianato artistico e
sono presidente dei restauratori di CNA Toscana.

Vorrei condividere alcune riflessioni su quale sia stato limpatto sul settore dellemergenza coranavi-
rus che ha toccato qualsiasi ambito della quotidianità, tra cui quello del restauro delle opere d
arte.

Con lesplosione dellemergenza sanitaria legata alla diffusione del COVID19 una parte molto signifi-
cativa dell
economia italiana si è fermata.

Dai dati emerge che quasi 4.000 di imprese e tra i 10.000 ed i 12.000 addetti del settore sono stati del
tutto impossibilitati a svolgere la loro delicata funzione di restauro dei Beni Culturali, che sono tra gli
asset del Pil del turismo culturale con un peso del 33% sul totale del Pil dell
economia turistica italia-
na..

I restauratori dei beni culturali hanno ripreso le loro attività solo dal 4 maggio: con le riaperture decise
dal Governo nella Fase 2, infatti, sono ricominciate anche le attività di restauro finalizzate alla conser-
vazione di opere d’arte.

Il distanziamento sociale si è rivelato un aspetto sicuramente familiare per un settore che da sempre
fa uso dei dispositivi di protezione individuale e che richiede, spesso, aree di esecuzione tali da per-
mettere la misura minima di sicurezza.

Certo, è stato necessario rimodulare il Documento di valutazione dei rischi e adeguare la messa in
sicurezza dei locali secondo le nuove disposizioni governative, ma l
aspetto più delicato resta la sanifi-
cazione degli ambienti con le esigenze di Tutela e Conservazione del Patrimonio Culturale.

Se è vero che ci sono evidenze della disattivazione del virus mediante procedure di sanificazione che
prevedono l
impiego di comuni disinfettanti quali lipoclorito di sodio (0,1 – 0,5 %), etanolo (62 – 71%)
per un tempo di contatto adeguato, va precisato che lipoclorito di sodio e concentrazioni elevate di
etanolo possono risultare dannosi e deleteri sui manufatti artistici.

Vorrei condividere con tutti i soci Lions alcune procedure indicate dallIstituto Centrale per il Restauro
per l
utilizzo dei prodotti per la sanificazione dei luoghi dove siano presenti le opere darte, tali proce-
dure sono raccomandate anche ai privati o collezionisti per la tutelare delle loro opere.

CORRETTE PROCEDURE:

PRODOTTI, SOSTANZE E PROCEDURE DA EVITARE IN CONTESTI IN CUI SONO PRESENTI BENI DI
INTERESSE CULTURALE

1. Eda evitare luso di prodotti a base di cloro (candeggina), anche in basse concentrazio-
ni,
per la pulizia e la sanificazione di ambienti e contesti in cui sono conservati beni di interesse
culturale o parti di essi, a causa dello sviluppo di cloro gassoso, catalizzatore di processi di de-
grado ed
estremamente dannoso per diversi materiali, fra cui metalli, sostanze organiche e
pigmenti (es: l
annerimento del cinabro, corrosione su manufatti metallici e lapidei).

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  1. Econtroindicato luso di prodotti a base di perossido di idrogeno (acqua ossigenata), sep-
    pur in basse concentrazioni,
    per la pulizia e la sanificazione di ambienti in cui sono conservati
    beni di interesse culturale o parti di essi, perché possono provocare fenomeni di corrosione e de-
    grado.

  2. Eda evitare luso di ozono, che nonostante la comprovata capacità virucida ha un forte potere
    ossidante in grado di provocare danni a molti materiali, come corrosione dei metalli e alterazione
    di macromolecole biologiche tra cui aminoacidi e lipidi (es. materiali organici quali carta, cuoio,
    pergamena, pellicole pittoriche a base di uovo, caseina, olio o polimeri di sintesi ecc.). Inoltre la
    forma gassosa rende la procedura difficilmente confinabile, anche se non utilizzata direttamente
    negli ambienti di esposizione dei beni di interesse culturale.

  3. Sono da evitare procedure di sanificazione che impieghino raggi UV, poiché, nonostante la
    rilevata sensibilità dei Coronavirus a tali radiazioni, vi sono numerose difficoltà e limitazioni
    nell
    impiego dovute alla pericolosità per la salute umana. La procedura è inoltre potenzialmente
    dannosa per alcuni materiali organici costitutivi di beni di interesse culturale a causa dei meccani-
    smi di fotossidazione indotti.

  4. Eimportante eseguire le procedure di sanificazione evitando la dispersione di goccioline e la
    nebulizzazione
    di alcun prodotto/sostanza, ivi incluse le soluzioni idroalcoliche, in ambienti o
    contesti in cui si trovino beni di interesse culturale.

RACCOMANDAZIONI

Premesso che le procedure di sanificazione per nessuna ragione devono essere direttamente appli-
cate ai beni di interesse culturale,
qualora le suddette operazioni debbano essere eseguite in pros-
simità
(distanza < 1 metro) di opere darte, arredi storici e beni di qualsiasi natura di interesse cultu-
rale
, questi devono essere opportunamente protetti con teli di polietilene o spostati in ambiente
idoneo
per tutta la durata delle operazioni, da restauratori e/o da personale interno adeguatamente
formato.

Se non fosse possibile predisporre queste misure precauzionali, si rimanda alla consultazione della se-
guente tabella.

Prodotti compatibili per la sanificazione di superfici prossime (distanza < 1 metro) a beni culturali in di-
versi materiali

TIPOLOGIA DI MATERIALE

SOSTANZE COMPATIBILI

Superfici in legno dipinto e/o verniciato

Ammoni quaternari

Superfici in metallo e leghe metalliche

Alcoli (etanolo, isopropanolo)

Superfici lapidee e intonaci

Ammoni quaternari
Alcoli (etanolo, isopropanolo)

Superfici ceramiche e terrecotte

Ammoni quaternari
Alcoli (etanolo, isopropanolo)

Superfici in vetro

Ammoni quaternari
Alcoli (etanolo, isopropanolo)

Superfici e rivestimenti in cuoio

Ammoni quaternari, aerare gli ambienti per
evitare eccessivo aumento dell
UR

Materiali sintetici e plastiche

Ammoni quaternari

Fibre tessili e assimilabili

Alcoli (etanolo, isopropanolo)

Materiali polimaterici

Ammoni quaternari, aerare gli ambienti per
evitare eccessivo aumento dell
UR

Strumenti scientifici e musicali

Ammoni quaternari

Consiglio vivamente a tutti i detentori di opere darte di attenersi alla sopra citate procedure.

Formulazione disinfettante con ammoni quaternari

In base alle conoscenze attuali e alla letteratura re-
peribile, si propone perciò per la sanificazione delle
superfici la seguente formulazione (per complessivi
10 litri):

• 1 litro di New Des 50, oppure di Preventol RI50
reperibili presso
www.ctseurope.com/

• 8 litri di alcool etilico al 94%, oppure di alcool iso-
propilico, oppure di Solvanol*

• 1 litro di acqua demineralizzata

Nota: con le alte temperature la miscela alcool etilico/acqua potrebbe evaporare troppo rapidamente
(forma un azeotropo con Teb di 78°C), e quindi si consiglia l
utilizzo di alcool isopropilico o Solvanol.

Infine vorrei concludere con la speranza che la crisi che stiamo drammaticamente vivendo in questi
mesi, generata da una emergenza sanitaria così improvvisa e grave nelle sue conseguenze umane,
economiche e sociali ci aiuti trovare le giuste e tempestive soluzioni che consentano di ripartire con
rinnovato slancio ed entusiasmo.

LItalia si è sempre rialzata dalle prove cui la sua storia millenaria lha sottoposta.
Si rialzerà anche questa volta più consapevole e coesa di prima.

Insieme ce la faremo:

con la forza dello spirito associativo che nel tempo ha dimostrato di poter
guidare la nostra azione verso un mondo migliore
.

Simone Beneforti