Amo la radio perché arriva dalla gente, entra nelle case e ci parla direttamente, e se una radio è libera, ma libera veramente mi piace ancor di più perché libera la mente!
Effettivamente questa invenzione di Guglielmo Marconi, ha cambiato il modo di vivere dei cittadini del mondo; oggi appare del tutto naturale accendere radio e televisione o parlare con l’altro capo dell’oceano, senza problema alcuno, e direttamente dal nostro telefonino, o da questo scaricare informazioni e musica, e tutto ciò si deve ad un ventenne emiliano che si era messo in testa di far suonare un campanello da una parte all’altra della soffitta, senza il collegamento di un filo.
Certo è che i suoi genitori furono di grande supporto e lungimiranti quando si premu- rarono di brevettare questo marchingegno per conto del figlio non ancora maggiorenne, bru- ciando sul tempo altri due scienziati, uno americano, e uno russo.
Gli esperimenti ed i brevetti continuarono tanto che nel febbraio del 1920, Marconi chiese l’au- torizzazione alle trasmissioni radiofoniche in Inghilterra, dando il via e lo sfruttamento delle on- de radio per l’ascolto della musica e la diffusione di notizie, seguito poi dalla BBC, che tutt’oggi è la più anziana emittente radiofonica al mondo.
In Italia le trasmissioni radio iniziarono il 6 ottobre 1924 tramite la Unione Radiofonica Italiana, e nel 1925 un Regio Decreto stabilì il monopolio assoluto dello stato nelle trasmissioni radiofo- niche con l’Ente Italiano Audizioni Radiofoniche, con studi di trasmissione a Torino, dove tutt’ora, nelle vicinanze della Mole Antonelliana, possiamo ammirare il museo storico della radio, nella sede della RAI, percorso che consiglio agli appassionati, e che ho avuto modo di visitare in occasione di un motoraduno dei Lions Biker a Torino di qualche anno fa.
Naturalmente durante gli ultimi eventi bellici, la radio è stata fonte di notizie in diretta, sia per le comunicazioni del regime, che per quelle degli alleati provenienti da Radio Londra.
Anche la Chiesa si adattò ai tempi dal momento che lo stesso Marconi fu incaricato da Papa Pio XI di realizzare Radio Vaticana, emittente che ri- sulta ad oggi una delle più potenti del mondo e
trasmette in 32 lingue; le sue emissioni iniziarono il 12 febbraio 1931, con il messaggio “qui arcano Dei” pronunciato del Papa stesso.
Negli anni ’60, iniziarono i primi tormenti per i monopoli radiofonici di stato in Europa, tanto che nel 1964, nacque la prima vera e propria “Radio Libera”, che trasmetteva da una nave posta all’ancora fuori delle acque territoriali inglesi; “Radio Caroline” è stata il modello di tutte le radio libere che si sono successivamente diffuse in Europa; Radio Monte Carlo e Radio Lussemburgo, cominciarono a trasmettere la musica leggera, i notiziari, i giochi e la pubblicità, mentre gli eventi sportivi maggiori già erano diffusi sino dagli anni “30, allorché vennero trasmesse in diretta le partite dei campionati mondiali di calcio vinti dall’Italia nel 1938, raccontati dalla indimenticabile voce di Niccolò Carosio.
Lo sport si è sempre servito della radio, o meglio la radio si è sempre servita dello sport, viste le punte di ascolto di eventi come il Giro d’Italia o le partite di serie A e B che venivano, e vengono tutt’ora trasmesse da “Tutto il calcio minuto per minuto”, trasmissione tra le più longeve e seguite dai radioascoltatori italiani.
Nel 1974 iniziarono anche nel nostro Paese i primi segni di inquietudine e le prime trasmissioni delle “Radio Pirata”, dal momento che ancora era in vigore il vecchio Regio Decreto che dispone- va il monopolio delle trasmissioni radio televisive per la RAI e quindi tutte le altre emissioni dei privati non erano permesse. La Corte Costituzionale, con una sentenza storica, nel 1976 ruppe il monopolio dello Stato, e consentì l’emissione di trasmissioni radiofoniche anche ai privati, dan- do il via anche nel nostro paese, alla radiofonia libera, e quindi anche a Radiocecinauno, o RC1, che è stata la prima radio libera di Cecina, e che iniziò le sue trasmissioni regolari nel gennaio 1977, con una piccola potenza (solo 10 Watt), e con apparecchiature di fortuna in quanto non esisteva allora un commercio di trasmettitori ed antenne: la prima antenna di RC1, fu quella di un carro armato che comprammo al Mercatino Americano, e adattammo allo scopo.
Quella Radio, è stata veramente una palestra per tanti giovani come me, che avevano la possibi- lità di trasmettere i loro messaggi musicali agli ascoltatori e di misurarsi con la società che cam- biava, e che hanno contribuito a cambiare sicuramente nei gusti musicali, ma anche nelle dinami- che relazionali.
Oggi la nuova frontiera è la web-radio, dove pos- siamo trovare, ed ascoltare, radio libere di tutto il mondo, perché non più legate alla ricezione di un puro segnale di un’onda elettromagnetica che proviene direttamente da un trasmettitore, ma da un collegamento ad Internet, oggi possibile sempre grazie a quel ragazzo che voleva far suonare il campanello dall’altra parte della soffitta, senza il collegamento di un filo.